Francesca80
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“L’Eucarestia non rappresenta il corpo e il sangue di Cristo. E' il Corpo e il Sangue di Cristo … Lo scorso 9 marzo 2014, l'Arcivescovo di San Francisco, Salvatore Cordileone, si è recato in una delle …Altro
“L’Eucarestia non rappresenta il corpo e il sangue di Cristo. E' il Corpo e il Sangue di Cristo …

Lo scorso 9 marzo 2014, l'Arcivescovo di San Francisco, Salvatore Cordileone, si è recato in una delle prigioni più conosciute al mondo, San Quintino, per amministrare il sacramento della Confermazione a quattro detenuti. Tra essi, un condannato per due omicidi, Kent Wimberly, di 52 anni, condannato all'ergastolo nel 1979 per aver ucciso, diciassettenne, i genitori del suo migliore amico.
Nel lungo processo della sua conversione ebbe un ruolo fondamentale un altro recluso, John Grein, di 54 anni, tra le sbarre con la stessa condanna per omicidio. Entrambi, rispondono alle domande del "Catholic" di San Francisco, con la stessa risposta: l'Eucarestia".
"Ho sempre sentito che la Comunione fosse qualcosa di più di un semplice gesto simbolico", confessa Wimberly, cresciuto in una famiglia protestante di San Diego in cui si leggeva la Bibbia e si andava al culto domenicale. E Grein, educato come cattolico, convertito protestante in prigione, divenuto pastore, prima di tornare nella Chiesa Cattolica nel 2004, aggiunge le sue convinzioni: "L'Eucarestia non rappresenta il corpo e il sangue di Cristo, è il corpo e il sangue di Cristo".
Un ritiro interessato.
Kent, come è arrivato a questo passo dopo aver trascorso 35 anni in carcere?
Tutto è cominciato nel 2005, era passato poco più di un quarto di secolo dal giorno in cui commisi quel crimine. Volevo a tutti i costi la libertà provvisoria, così approfittai della possibilità di partecipare a un ritiro di "Kairos", un'associazione protestante che svolge dei corsi di cristianesimo per i carcerati di tutto il paese e anche di detenuti fuori dagli Stati Uniti, e il tema era: cambiare i cuori per trasformare le vite."
In quel momento si considerava un buddista zen, pertanto non credeva in un Dio trascendente. Ciononostante chiese a Dio che, se era davvero "reale", che glielo avesse rivelato. In quel momento, seduto con gli occhi chiusi, sentì una luce sempre più forte e brillante che lo invadeva: "Tanto che letteralmente pensavo che sarei morto. Fu come una pennellata dal cielo. Quel giorno incontrai Gesù Cristo".
Per la sua formazione, questa esperienza si tradusse soprattutto nello studio della Bibbia: completò i corsi di Sacra Scrittura e passò presto a insegnare ad altri carcerati.
Sensazione di appartenenza
Un giorno ricevette un invito a partecipare a una funzione in una cappella cattolica. Era la sua prima Messa, ma accadde qualcosa: "Sentìì come se era proprio lì che dovessi stare". E quando l'anno successivo fu trasferito a San Quintino, cominciò a frequentare la cappellania del gesuita George Williams, che gli permise di partedipare alle attività del gruppo cattolico nonostante fosse a conoscenza della sua chiara intenzione di non diventarlo.
Col tempo questo contatto, lo portò a leggere cari catechismi della biblioteca della prigione, fino a decidersi di intraprendere questa strada. "Mi ero sempre sentito protestante", spiega, "ma non appena terminai di leggere il Catechismo della Chiesa Cattolica, mi feci questa domanda: esattamente, di cosa sto protestando?". Capì di essere "un protestante che praticava il cattolicesimo", così decise di trasformare le opere in essere. Poco dopo conobbe John Grein, che divenne la sua guida nel cammino di conversione che sfociò, due settimane fa, nal sacramento della Confermazione.
Fonte: es.catholic.net