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Intervista dal passato: Dom Luis María de León

9 Dom Luis Maria de Lèon

A distanza di oltre venti anni, voglio proporvi una intervista che rilasciò il Padre Dom Luis María de León, poco dopo la chiusura, avvenuta nel 2022, della certosa spagnola di Jerez. Egli fu quindi assegnato come priore della certosa di “Nossa Senhora Medianeira” nel Rio Grande do Sul, in Brasile. Ve la propongo divisa in due parti e quindi in due articoli.

In che cosa i Certosini si differenziano dagli altri ordini contemplativi?

Dom Luis María de León: Oltre ai voti che hanno tutti i religiosi (castità, povertà, obbedienza) abbiamo due voti monastici che sono quello di stabilità (non solo nella vocazione ma nel monastero), condizionati all’obbedienza; Normalmente un monaco non esce dal monastero in cui entra se non per qualche necessità della Chiesa. L’altro voto è quello della conversione dei costumi, che nella Certosa viene interpretato come tendente sempre ad una maggiore dedizione al Signore.

Quel voto di stabilità avrebbe reso particolarmente difficile la tua partenza da Jerez?

Dom Luis María de León: Come dice San Paolo, tutti abbiamo dentro di noi l’uomo vecchio e l’uomo nuovo. L’uomo vecchio si aggrappa a certe cose, l’uomo nuovo, se camminiamo veramente in Cristo, trionfa, e una volta provata la volontà di Dio, anche se con grande dolore, si va avanti. I certosini di Jerez avevano lavorato 53 anni per costruire un monastero che quando lo ricevettero era quasi in rovina, e lasciarlo alle spalle è umanamente difficile (abbiamo visto il Priore e altri confratelli piangere per questo). Ma in questa vita, prima o poi dovremo abbandonare ciò che abbiamo. Dobbiamo affrontare queste cose con lo scudo della fede. Quando il vescovo della diocesi di Santa María mi ha chiesto in Brasile come mi sentivo, ho risposto che “a casa, perché non ho lasciato la Chiesa, Corpo mistico di Cristo, e sono felice in Brasile”.

Perché hanno dovuto lasciare Jerez?

Dom Luis María de León: Ci sono stati diversi motivi, anche se i media hanno parlato solo di mancanza di vocazioni, questo non è vero. Quando nel 1996 il Papa scrisse ai religiosi l’Esortazione post-sinodale “Vita Consecrata” disse a noi monaci che la giovane Chiesa era poco servita in fatto di monasteri; e il Concilio aveva detto che una diocesi (un Paese) non raggiunge la maturità religiosa se non ha stabilito la vita contemplativa. Il 13 maggio, festa della Vergine di Fatima, 2001, il Papa disse all’Ordine Certosino riunito in Capitolo a Grenoble, sulle Alpi, che non dovevamo aver paura di rispondere a quell’invito a tendere la mano alle giovani Chiese . L’Occidente, come sappiamo, è per molte ragioni in un consumismo in cui avendo tutto si sente affamato, ma non sa bene di cosa ha bisogno e non prova apprezzamento per ciò che ha, compresa la vita monastica. Nelle zone povere non c’è nemmeno un quinto della vita monastica che si concentra in Occidente, e il Papa ci ha detto di non aver paura di andare nelle Chiese giovani. Come rispondere? Se qui in Spagna, in un solo Paese, abbiamo monasteri certosini a Burgos, Saragozza, Barcellona, Valencia, Benifasar-Castellón (femminile) e Jerez, mentre in un intero continente come l’Asia non ce n’erano, era necessario fungono da vasi comunicanti. Questo è stato il motivo principale per cui abbiamo dovuto chiudere un convento in Spagna, e quello di Jerez è stato chiuso, anche se per intercessione del vescovo di Jerez, una comunità nata all’ombra della Certosa, assolutamente indipendente, ma che ha una grande L’apprezzamento per La Certosa, le Suore di Betlemme, hanno preso il controllo del nostro monastero di Jerez per continuare con la sua principale ragione d’essere: la lode divina. Nel frattempo, quelli di noi che erano suoi monaci stanno ora fondando e rafforzando comunità nelle giovani Chiese. In questo senso, il Priore dei Certosini degli Stati Uniti ha pronunciato una frase molto bella: “la Casa certosina di Jerez non si è chiusa, si è diffusa nel mondo”. Il mio voto di stabilità non mi permetteva di pensare ad un’opzione come quella del Brasile, ma quando si doveva nominare un Priore per la Certosa di María Medianeira, nel Rio Grande do Sul, “perto” (come dicono i portoghesi) dell’Argentina e in Uruguay, la comunità si è ricordata di questo peccatore; E siamo lì da quattro mesi, e sono venuto a fare i preparativi per il visto che danno ai missionari. Perché vado come missionario contemplativo, per estendere il carisma contemplativo certosino, che è la missione che l’Ordine mi ha affidato.

Quindi il convento di Jerez non è stato chiuso per mancanza di vocazioni?

Dom Luis María de León: No, no. Questo è qualcosa di cui i media hanno parlato molto, ma non è vero; A Jerez eravamo circa 20 monaci. I motivi erano tanti ma è stato preso in considerazione solo questo ovvero la mancata intesa con l’amministrazione. Il motivo principale è stato l’impegno della Certosa nei confronti della Chiesa per estendere la vocazione contemplativa alle giovani Chiese.

CONTINUA…

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